di Valentina Balzarotti (2013)
La consuetudine di Federico Zeri di acquisire fondi fotografici privati prossimi alla dispersione, che andavano poi a integrare i vari nuclei della fototeca, è ormai confermata da diverse ricerche condotte negli ultimi anni (si vedano ad esempio gli approfondimenti di Giulia Alberti sul fondo Gnoli, di Valentina Marano sul fondo Vavalà e di Giulia Calanna sul fondo Muñoz pubblicati in questo spazio web).
La ricostruzione del fondo librario appartenuto a Franco Russoli (1923-1977) all'interno della biblioteca di Federico Zeri è particolarmente importante perché conferma l'ipotesi che lo studioso si comportasse in modo analogo anche per incrementare la propria raccolta libraria.
 
Allievo di Matteo Marangoni (1876-1958) e di Carlo Ludovico Ragghianti (1910-1987), Franco Russoli entra presto in contatto con intellettuali, artisti e storici dell'arte quali Carlo Carrà (1881-1966), Francesco Arcangeli (1915-1974), Cesare Gnudi (1910-1981), Pietro Toesca (1877-1962), Lionello Venturi (1885-1961) e Bernard Berenson (1865-1959). Ispettore, dal 1950, della Soprintendenza ai Monumenti e alle Gallerie di Pisa, ottiene il trasferimento a Milano, dove si occupa tra l'altro del restauro dell'Ultima Cena di Leonardo nella chiesa di S. Maria delle Grazie, della catalogazione delle collezioni del Museo Poldi Pezzoli e dell'organizzazione di molte prestigiose esposizioni (La Grotteria 2008, p. 15; Cavallo 1987, p. viii). Nel 1955 viene nominato vice direttore e poi, nel 1957, direttore della Pinacoteca di Brera; dal 1973 al 1977 è soprintendente ai Monumenti e alle Gallerie di Milano. Il suo ultimo, ambizioso progetto, che lo ha reso noto anche a un pubblico più ampio, è quello della Grande Brera che rilancia e rinnova l'immagine del museo con la ristrutturazione del complesso braidense e il suo allargamento a palazzo Citterio (Russoli 1981, pp. 136-141, 151-155).
 
A oggi quello di Franco Russoli è l'unico fondo la cui provenienza è accertata all'interno della biblioteca di Zeri. Prima del presente studio, l'unica testimonianza dell'originaria appartenenza a Russoli di alcuni dei volumi era il ricordo delle parole di Federico Zeri, che era solito fare riferimento, parlando con i suoi collaboratori, a un non meglio identificato 'Fondo Russoli', che si pensava coincidesse in parte con la sezione di Arte del Novecento.
 
Non esistono inventari né documenti che definiscano i tempi e le modalità di acquisizione del fondo.
Gli elementi che hanno reso possibile la ricostruzione di questo nucleo sono le note di possesso, le dediche, le lettere e i biglietti conservati nei libri: 269 volumi, editi tra il 1863 e il 1976, distribuiti in 22 delle 27 sezioni in cui Zeri aveva suddiviso la propria biblioteca. La maggior parte dei volumi è dedicata ad artisti contemporanei, dalla metà dell'Ottocento in avanti, e a tematiche che rispecchiano gli interessi e gli studi del soprintendente.
 
Le note di possesso sulle carte di guardia o sull'occhietto restituiscono nomi e personalità presenti nella vita e nella professione di Russoli e rivelano una fitta trama di rapporti e collaborazioni. Ad esempio il volume Picasso è omaggio di Fernanda Wittgens (1903-1957), soprintendente ai Monumenti e alle Gallerie della Lombardia, «in ricordo di una grande impresa e con l'augurio per l'avvenire». Il riferimento è alla partecipazione di Russoli al comitato esecutivo della personale dell'artista spagnolo tenutasi a Milano nel 1953, primo incarico di rilievo a cui Russoli partecipa nel capoluogo lombardo.
Altri nomi che si possono rintracciare sui volumi di Russoli sono quelli dello storico dell'arte e collezionista Lamberto Vitali (1896-1992), presidente degli Amici di Brera e amico personale dello studioso, di storici dell'arte come Douglas Cooper (1911-1984), di artisti come Henry Moore (1898-1986), Kengiro Azuma (1926-) e Hans Richter (1888-1976).
 
 
Fondamentale poi, per far luce sui rapporti tra Russoli e Zeri, è stato l'aiuto di Sandra Russoli, che ha messo a disposizione il carteggio del padre (una copia del fondo, di proprietà degli eredi Russoli, è stata gentilmente donata alla Fondazione Federico Zeri).
Sono state rintracciate nell'archivio privato di Franco Russoli una dozzina di lettere che documentano, nell'arco di un ventennio, dal 1953 al 1973, non solo la loro conoscenza, ma anche la stima reciproca e la profonda amicizia tra i due. Il tono è confidenziale: in una lettera datata 6 maggio 1953 Zeri chiede all'amico ospitalità a Milano; in un'altra, datata 24 dicembre 1954, Zeri ringrazia e minimizza «un po' troppo, però, farmi passare per il ricostruttore del Museo Poldi Pezzoli». La stima è evidente. Spesso Zeri chiede a Russoli informazioni, cataloghi e soprattutto fotografie per le sue ricerche: «le foto di serie B […] sono proprio quelle che cerco», scrive Zeri in una lettera del 9 febbraio 1955. Di contro Zeri è spesso interpellato da Russoli per risolvere dubbi critici: si veda il «tavolone, non di gran qualità, un po' grossier» di Giovanbattista Naldini citato nella lettera di Russoli a Zeri, 8 febbraio 1955, e la risposta di Zeri, il giorno seguente.
 
 
Ancora, il 23 giugno 1962, Zeri conferma l'autenticità del tondo di Giovanni da Milano nella cappella Rinuccini nella basilica di S. Croce a Firenze.
 
Franco Russoli muore di infarto il 22 marzo 1977, a soli 54 anni. La sua improvvisa scomparsa non gli lascia il tempo di disporre una eventuale cessione del fondo. Se ne occupa la moglie, Gabriella Targetti Russoli, che decide di vendere la raccolta probabilmente nel momento in cui, nel 1980, deve abbandonare l'appartamento assegnato ai funzionari della Soprintendenza per spostarsi in un'abitazione più piccola.
Nel ricordo della figlia Sandra, la biblioteca di Russoli viene offerta al Comune di Milano, che rifiuta, mentre una non meglio precisata università americana si dichiara disposta ad acquisire il fondo, offerta che viene declinata dalla vedova. È con molta probabilità la stessa Gabriella, amica di Zeri, a fornirgli la notizia di volere cedere il fondo, che lo studioso non acquisisce però integralmente: la maggior parte della biblioteca di Russoli, insieme ai libri della Targetti, è ancora di proprietà della famiglia. Si può ipotizzare che Zeri avesse appositamente selezionato alcuni dei volumi, mosso soprattutto dal desiderio di integrare la biblioteca con libri di arte contemporanea, l'ambito di studi più frequentato da Russoli.
A undici anni dalla morte di Russoli, il 26 aprile 1988, Zeri invia alla «cara amica» Gabriella Targetti una lettera nella quale accenna al convegno che, un mese prima, aveva celebrato a Pisa la figura del soprintendente: «Nessuno mi aveva detto nulla, nessuno mi aveva anche lontanamente avvertito. Me ne spiace molto, perché sarei venuto certamente». E conclude: «Ma io Franco lo commemoro nella mia memoria, dove occupa un posto speciale».
 
 
 
Bibliografia
 
Russoli 1981
Franco Russoli, Il museo nella società. Analisi proposte interventi, 1952-1977, a cura di L. Cavallo, Milano 1981
 
Cavallo 1998
Luigi Cavallo, Pagine per Franco Russoli, Milano 1998
 
La Grotteria 2008
Giuseppe Davide La Grotteria, Per Franco Russoli, tesi di laurea, Università degli Studi di Milano, relatore G. Agosti, a.a. 2007-2008
 
Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare presso la Fondazione Federico Zeri la tesi di laurea: Valentina Balzarotti, Il fondo “Franco Russoli” (1923-1977) presso la Fondazione Federico Zeri a Bologna. Documenti e problemi, Università di Bologna, relatore A. Ottani Cavina, a.a. 2009-2010.