di Alberto Gavini (2013)
La collezione di antichità conservata nella villa di Federico Zeri a Mentana rappresenta una ricca fonte per lo studio del collezionismo antiquario contemporaneo e non solo.
 
 
Le iscrizioni che dominano le pareti esterne dei muri della villa sono state il banco di prova su cui si sono cimentati i giovani epigrafisti italiani e stranieri che hanno partecipato ai corsi organizzati dall'équipe del Dipartimento di Storia antica dell'Università di Bologna sotto la direzione della professoressa Angela Donati. A differenza dei reperti epigrafici, già studiati (Barbieri 1982; Granino Cecere 1988), molti di quelli anepigrafici sono ancora poco noti.
 
Uno di questi, attualmente murato su una parete esterna della casa, in una nicchia vicino all'ingresso sul retro, rappresenta un dadoforo.
 
 
La figura, alta 58 cm, larga 23 e con uno spessore di 10,5 cm, in marmo bianco venato a grana fine, è stante con la gamba destra piegata e incrociata sulla sinistra. Il rilievo è attualmente acefalo e gli avambracci, le mani e i piedi sono andati perduti. L'abbigliamento è costituito da una corta tunica manicata, stretta al petto da una corda e rimborsata sotto la vita, da un paio di braghe aderenti (anaxyrides) e da un mantello fissato sulla spalla destra con una fibula circolare. Le pieghe della veste sono poco profonde. Sul ventre è appoggiata trasversalmente una fiaccola (con l'estremità superiore rivolta verso la spalla sinistra), che forse in origine era tenuta da entrambe le mani e della quale mancano l'impugnatura (con la mano destra) e la fiamma. Il pezzo è ben proporzionato e l'esecuzione nel complesso è di buona qualità.
Il personaggio rappresentato è Cautes, genio dell'alba, uno dei due assistenti di Mitra, divinità persiana alla quale in età romana veniva tributato un culto misterico.
Per entrare a far parte di una comunità mitraica si doveva ricevere un'iniziazione che si sviluppava su sette livelli, ciascuno posto sotto la tutela di una divinità planetaria (Merkelbach 1984, pp. 86-133). Le riunioni delle comunità si svolgevano nei mitrei, aule appartate, talvolta sotterranee, normalmente a pianta rettangolare; alle pareti lunghe erano addossate klinai in muratura o scavate nella roccia sulle quali gli iniziati si sdraiavano per consumare un pasto rituale in comune. All'interno dei mitrei si trovavano statue, rilievi, pitture e stucchi che rappresentavano il mito di Mitra e gli elementi a lui associati. La raffigurazione che non poteva mancare, fulcro di ogni tempio mitraico, era la tauroctonia, il sacrificio di un toro effettuato da Mitra e finalizzato alla generazione della vita. Il dio rappresentava simbolicamente il settimo grado della scala iniziatica a cui apparteneva il pater, il sacerdote che guidava il gruppo di devoti.
A destra e a sinistra di Mitra si trovavano di norma Cautes Cautopates, i due assistenti del dio, immagini rispettivamente del sesto e del quinto grado d'iniziazione dei misteri, quelli dell'heliodromus e del perses (Campbell 1968, pp. 29-43). Le prime raffigurazioni occidentali note dei due dadofori sono del II sec. d.C. (TMMM II, 65 = CIMRM I, 593; CIMRM I, 181). Gli altri quattro gradi erano solitamente raffigurati da animali: un cane, uno scorpione, un serpente e un corvo.La postura nella quale è rappresentato il Cautes di villa Zeri è quella più diffusa, con le gambe incrociate e la fiaccola rivolta verso l'alto. All'interno di questa tipologia si riscontrano leggere varianti: la presenza della cintura sul petto, la lunghezza del mantello e la posizione della fibbia che lo trattiene.
In questo caso il rilievo non sembra tuttavia pertinente a una tauroctonia; a differenza di quanto avviene solitamente, qui il profilo del corpo è ben definito e non ricavato da una composizione di dimensioni maggiori. Si può supporre che il rilievo di Cautes facesse parte dell'apparato decorativo di un mitreo, probabilmente collocato all'ingresso, all'interno di una nicchia o semplicemente murato; di fronte ad esso se ne doveva trovare uno analogo rappresentante Cautopates, l'altro assistente di Mitra, genio del tramonto.
L'iconografia potrebbe anche far pensare a un genio funerario ritagliato dalla fronte di un sarcofago. Il dato che però deve essere considerato dirimente a favore di un'immagine di Cautes è la contemporanea presenza della fiaccola sollevata, non capovolta, e poggiata sul petto, delle gambe incrociate e dell'abbigliamento, tutti dettagli non pertinenti l'iconografia funeraria. Considerate inoltre le notevoli dimensioni del pezzo, la possibilità che esso possa appartenere a un sarcofago deve ritenersi non verosimile.
In virtù del materiale utilizzato e della buona qualità del lavoro, il rilievo può essere attribuito a un'officina urbana. La mancanza di dati sul rinvenimento non consente né di conoscerne la provenienza né di avere una datazione archeologica del pezzo; si può comunque proporre di collocarlo, su base stilistica, nel III sec. d.C., periodo in cui il mitraismo ebbe una grande diffusione.
 
 
Bibliografia
 
TMMM
Franz Cumont, Textes et monuments figurés relatifs aux mystères de Mithra, Bruxelles 1896-1899, voll. I-II
 
Campbell 1968
Leroy A. Campbell, Mithraic Iconography and Ideology, Leiden 1968
 
CIMRM
Maarten Jozef Vermaseren, Corpus Inscriptionum et Monumentorum Religionis Mithriacae, Hagae Comitis, 1956-1960, voll. I-II
 
Barbieri 1982
Guido Barbieri (a cura di), Il lapidario Zeri di Mentana, Roma 1982, 2 voll.
 
Merkelbach 1984
Reinhold Merkelbach, Mithras, Königstein im Taunus 1984
 
Granino Cecere 1988
Maria Grazia Granino Cecere, Nuove acquisizioni del lapidario Zeri di Mentana, Roma 1988