di Stefania Castellana

È stato Federico Zeri (1948, pp. 172-175; 1950, pp. 60-61) il primo a fare luce sulla complessa personalità di Johannes Hispanus, radunando attorno al Compianto sul Cristo morto della collezione Saibene di Milano, l’unica opera firmata, una serie di dipinti che, per influssi e tipologia, spaziano dalla Toscana alla Lombardia, dal Veneto alle Marche (inv. 57749). 57749 hisp small
Essi costituiscono la chiave di lettura più significativa per l’individuazione del percorso geografico dello spagnolo: due tondi a soggetto sacro, uno già in collezione Chigi a Roma (passato in asta Christie’s, New York, 10 gennaio 1990, n. 26, inv. 57745), l’altro nel castello dei Conti Guidi di Poppi (AR), (inv. 57744); due Sacre Conversazioni di impronta veneta (una con santa Dorotea, inv. 57747, l’altra con santa Dorotea e sant’Antonio Abate, inv. 57763); la pala nella chiesa di S. Maria Assunta e S. Cristoforo a Viadana (MN, inv. 57746); una pala nel Palazzo Comunale di Montecassiano (MC, inv. 57741); un secondo Compianto oggi di ubicazione ignota (inv. 57748).
Vittorio Sgarbi (1985, pp. 151-156) ha aggiunto al corpus una tavoletta in collezione privata raffigurante la Madonna con Bambino e santa Caterina
Il contributo di Marco Tanzi in occasione della mostra di Viadana ha ridefinito l’itinerario italiano del pittore che, dopo un esordio toscano, muove alla volta dell’Italia settentrionale per poi concludersi nelle Marche (Tanzi 2000). Lo studioso ha inoltre ampliato il catalogo dell’artista con nuove opere quali il Santo guerriero della Pinacoteca di Brera (Reg. Cron. 2232), derivato dalla pala di San Cassiano di Antonello da Messina (Facchinetti 2010, pp. 8-50, figg. 1-9), un Sacrificio pagano non più reperibile, due spalliere con Storie di Achille e il ciclo di affreschi nel ‘corpo di guardia’ di Palazzo Bonafede a Monte San Giusto (MC), già attribuito ad Amico Aspertini, che reca il monogramma del pittore. Andrea Trubbiani (2003, pp. 212-228) ha chiarito le vicende cronologiche della pala di Montecassiano e ha individuato il patronimico del pittore, Iacobi. I documenti datano a partire dal 1506 l’esecuzione dell’opera, che fu lasciata incompiuta da Hispanus e terminata da Marchisiano di Giorgio da Tolentino, dopo che era stato chiamato in causa anche Lorenzo Lotto. In seguito Tanzi (2004, p. 156, nota 15; 2006, p. 106, nota 2) ha aggiunto altri dipinti al corpus del pittore: una Madonna con Bambino e due angeli, già Finch e ora in collezione privata; una Madonna con Bambino tra san Giacomo (?) e santo vescovo non rintracciata; una Madonna con Bambino già Lord Northbrook; un frammento con una Santa in un paesaggio già in collezione Babbott a Brooklyn; una Sacra Famiglia con san Giovannino già Londra, Christie’s, 7 luglio 2006, n. 136 (come Pier Maria Pennacchi). Angelo Mazza (2007, pp. 61, 81-82, nota 4) ha infine pubblicato una lunetta con una Madonna con Bambino fra due angeli adoranti nella chiesa di S. Agostino a Mondolfo, nel pesarese.

Posso ora aggiungere al catalogo di Johannes Hispanus anche una Madonna con Bambino (tavola, 59 x 44 cm) nota attraverso una fotografia del Gabinetto Fotografico della Soprintendenza Speciale del Polo museale fiorentino (SGF 19218), dov’è assegnata al Pinturicchio. Una riproduzione è conservata anche nella fototeca di Federico Zeri (inv. 72262) nella cartella “Marco Melone e bolognesi”. Sul verso reca, oltre ad un riferimento al Pinturicchio, un’annotazione autografa dello studioso con un suggerimento di ricerca in direzione di Marco Meloni.

72262 hisp                    72672v small 
Il dipinto figura nell’inventario 1880-1882 degli Uffizi al n. 181 della II categoria con un accostamento alla maniera del Perugino; nell’inventario 1890 ricompare al n. 6061, con maggiori dettagli in merito al soggetto. Di un certo interesse sono le successive vicende relative alla localizzazione della tavola. Dalla Galleria degli Uffizi passa nel Tratto Archibusieri del Corridoio Vasariano per poi approdare in «deposito temporaneo» sulla Regia Nave Aurora, yacht personale di Benito Mussolini, a La Spezia, in data 27 giugno 1928: potrebbe essere infatti identificata con la «pregevole Madonna del ’400 […] appesa in capo al letto» del Duce, ottenuta, assieme ad altre opere, in deposito esterno sulla nave (Bigi 2003, p. 64). Lo yacht e con esso la tavola saltano su una mina dopo l’8 settembre 1943, affondando nell’Adriatico (Vodret Adamo 1987, pp. 68-69; Bigi 2003, p. 79).
La mano dello spagnolo è facilmente riconoscibile per i tratti peculiari del suo stile intorno all’ultimo decennio del Quattrocento, bene esemplificati in un’opera come il tondo Chigi (inv. 57745). Il volto delle due Vergini è sovrapponibile, mentre nel Bambino e nell’acconciatura della Madonna della tavoletta distrutta il pittore tenta un gioco di veli assente nel tondo. Anche il paesaggio presenta leggere differenze: la tavoletta ha uno sfondo più articolato, con arbusti leggeri che svettano su siepi puntellate di luce, alla maniera del Pinturicchio; particolari, questi, mancanti nel tondo che presenta, al contrario, uno sfondo meno dettagliato. 57745 hisp
Questa Madonna con Bambino si inserisce a pieno titolo nella temperie pittorica della Firenze di fine Quattrocento, sul fronte peruginesco. La datazione – a cavallo tra i due secoli per Federico Zeri – può essere precisata attorno alla metà degli anni Novanta, prima della partenza dell’Hispanus per il nord, sia per il legame con le sue altre opere toscane, sia per il rapporto, all’interno del panorama artistico fiorentino, oltre che con Perugino e Piero di Cosimo, più volte evocati per definire le coordinate stilistiche giovanili, anche con Lorenzo di Credi. La relazione con l’allievo del Verrocchio è evidente nel tondo con la Madonna in adorazione del Bambino e due angeli della Pinacoteca Ambrosiana (inv. 1175), attribuito ad un seguace di Lorenzo di Credi (Gnaccolini 2005), che è invece opera di Johannes Hispanus, come pensa anche, in maniera indipendente, David Ekserdjian (comunicazione orale). Il rapporto tra l’Hispanus e Lorenzo di Credi, riguardante soprattutto certi esiti formali, si pone dunque come ulteriore pista di ricerca da seguire per la definizione della personalità artistica del pittore spagnolo.

 

 

Bibliografia

Zeri 1948
Federico Zeri, Me pinxit, 6. “Ioanes Ispanus”, «Proporzioni», II, 1948, pp. 172-175; ried. in Idem, Giorno per giorno nella pittura. Scritti sull’arte dell’Italia settentrionale dal Trecento al primo Cinquecento, Torino 1988, pp. 343-346

Zeri 1950
Federico Zeri, Johannes Hispanus: ancora una “Deposizione”, «Paragone», II, 1950, 11, pp. 60-61; ried. in Idem, Giorno per giorno nella pittura. Scritti sull’arte dell’Italia settentrionale dal Trecento al primo Cinquecento, Torino 1988, p. 347

Sgarbi 1985
Vittorio Sgarbi, Testimonianza per Johannes Hispanus, «Paragone», XXXVI, 1985, 419-421-423, pp. 151-156

Vodret Adamo 1987
Rossella Vodret Adamo, La «Terza Galleria»: origini e storia della dispersione delle opere d’arte,«Quaderni di Palazzo Venezia», 1987, 5, pp. 55-80

Tanzi 2000
Marco Tanzi (a cura di), Ioanes Ispanus. La Pala di Viadana. Tracce di classicismo precoce lungo la valle del Po, catalogo della mostra, Viadana 2000

Bigi 2003
Luciano Bigi, Una vita in marina. Dal primo al secondo dopoguerra, Milano 2003

Trubbiani 2003
Andrea Trubbiani, Ioannes Hispanus, un pittore forestiero nelle Marche del primo Cinquecento. Note da Montecassiano e dintorni, «Proposte e ricerche. Economia e società nella storia dell’Italia centrale», 2003, 51, pp. 212-228

Tanzi 2004
Marco Tanzi, Siparietti cremonesi, «Prospettiva», 2004, 113-114, pp. 117-161

Gnaccolini 2005
Laura Paola Gnaccolini in Pinacoteca Ambrosiana, I-VI, Milano 2005, vol. I, pp. 154-156, n. 46

Tanzi 2006
Marco Tanzi, Aggiornamenti per Filippo da Verona, «Verona illustrata», XIX, 2006, pp. 97-107

Mazza 2007
Angelo Mazza in Il “Cristo morto” di Filippo da Verona pittore itinerante, Cesena 2007, pp. 61-89

Facchinetti 2010
Simone Facchinetti, Intorno ai Santacroce, Bergamo 2010