di Paola Bracke
A partire dagli anni Quaranta del secolo scorso, Federico Zeri acquisì ingenti numeri di fotografie da musei, case d'asta ed antiquari. Così facendo salvò dalla dispersione interi fondi fotografici di studiosi e collezionisti.
Le sue frequenti annotazioni sul retro delle foto ci permettono di risalire alla provenienza di molti di questi fondi.
Fra le raccolte appartenute ad antiquari fino ad ora identificate nella Fototeca Zeri, quella di Giuseppe Bellesi è tra le più cospicue: : sono state individuate e pubblicate sul catalogo online della Fondazione Federico Zeri 927 stampe provenienti dall’antiquario. Con il progredire della catalogazione e descrizione di altri nuclei della fototeca dello studioso, la consistenza delle foto Bellesi è destinata a salire. L’identificazione e l’avvio della ricostruzione di questo fondo di provenienza ha permesso di riscoprire la figura di questo antiquario che, tra i primi in Italia, riuscì ad affermarsi a Londra nella prima metà del XX secolo.
Figlio unico di un commerciante fiorentino, Giuseppe Bellesi nacque a Firenze nel 1873. Lasciò l'Italia negli ultimi anni del XIX secolo in compagnia dello studioso e storico dell'arte Matteo Marangoni (1876-1958), con il quale instaurò un forte legame di amicizia, cementata dalla passione e dal talento di entrambi per la musica. Negli anni compresi tra il 1896 ed il 1901 fu assunto come musicista in un locale pubblico di Londra, mentre Marangoni scrisse le sue uniche composizioni per canto e piano (Barreca 2006, p. 9). Il legame di Bellesi con l'ambiente musicale italiano è testimoniato da una serenata composta nel 1900 dal pianista Enrico Toselli (1883-1926), allora diciassettenne, che la dedicò «all'amico Giuseppe Bellesi» (Sanvitale 2002, p. 480).
La sua attività di mercante d'arte è conosciuta solo a partire dal 1924, anno in cui fu pubblicata la sua prima inserzione sul «Burlington Magazine» (inserti pubblicitari dal luglio 1924 al giugno 1948). Grazie alle pubblicità su questa rivista è possibile ricostruire la carriera dell’antiquario, dal primo spazio espositivo sino all'ultima grande galleria "The Italian Art Gallery" situata in Bond Street, e poi trasferita a Paddington Green. Fondatore di un'attività frequentata da collezionisti italiani e stranieri (Bellini 1961, pp. 235-236, 240-241), fu tra i collaboratori dell'antiquario Alessandro Contini Bonacossi (Ancona, 1878-Firenze, 1955) che contendeva ai fratelli Duveen la migliore clientela internazionale. Tramite Contini Bonacossi numerosi dipinti vennero acquisiti da musei e collezionisti americani, in primis Samuel Henry Kress (Cherryville, 1863-New York, 1955) (Fototeca Zeri, schede nn.
1917,
28277,
42553,
19453).
Non risultano prolungati rientri in Italia, a parte gli anni trascorsi a Firenze durante la seconda guerra mondiale. Con la moglie Myriam Mendoza e la figlia Rita Miriam (1904-1967) comprò in città una villetta in Via Montughi 31 (Bellini 1961), che dal 1953 divenne la sede italiana della galleria.
Alla morte del padre, avvenuta a Londra nel 1955, la figlia chiuse la galleria londinese nel 1957 e continuò l’attività a Firenze.
Rita Miriam morì senza eredi il 23 giugno 1967 e l'anno seguente tutti i suoi beni furono messa all'asta dalla
Casa Pandolfini di Firenze.
Numerose note autografe di Federico Zeri («from Bellesi files» e «from files of Giuseppe Bellesi») hanno reso possibile l'identificazione di questo fondo fotografico. Accanto a queste annotazioni che indicano la provenienza delle fotografie, Zeri ha spesso aggiunto le diciture «ex [Bellesi, London]», «già a Londra, Bellesi» o «[Bellesi, Firenze]» (Fototeca Zeri, inv. 42288).
Questi due differenti tipi di indicazioni distinguono forse le opere di cui l'antiquario sembra avere avuto soltanto la documentazione fotografica da quelle effettivamente possedute e commerciate.
La galleria di Bellesi era soprattutto specializzata in arte italiana. Le fotografie rintracciate nella serie Pittura italiana della fototeca documentano una grande varietà di dipinti, dal XIII al XVIII secolo.
Numerosi sono anche gli autori delle fotografie. Tra questi si segnalano gli studi londinesi A.C. Cooper, R.B. Fleming & Co., Wallace Heaton, i toscani Fratelli Alinari e Fratelli Gori, i milanesi Dino Zani e Dario Gatti, il romano Vasari, il veneziano Giacomelli e il modenese Ferruccio Sorgato. La maggior parte delle fotografie sono gelatine ai sali d'argento, ma si contano anche aristotipi, stampe al carbone, albumine e stampe fotomeccaniche.
Il ritrovamento di una cartolina inviata da Giuseppe Bellesi al collezionista e antiquario Mario Viezzoli il 31 dicembre 1943 (Fototeca Zeri, inv. 257901) ha permesso di identificarne con certezza la grafia. È stato così possibile ricondurre alla stessa mano una serie di annotazioni rintracciate sui versi delle fotografie del fondo (Fototeca Zeri, invv.
23363,
77346).
Le indicazioni manoscritte riguardano perlopiù le dimensioni delle opere e il loro valore di mercato.
L'archivio fotografico Bellesi fu sicuramente creato tra la seconda metà degli anni Venti e il 1967. È probabile che le fotografie siano state acquisite da Zeri poco dopo la scomparsa di Rita Miriam. Sul retro di una di esse, infatti, si trova una lunga nota autografa di Zeri datata 5 dicembre 1968 (Fototeca Zeri, inv. 16869).
Bibliografia
Bellini 1961
Luigi Bellini, Fascino dell'antiquariato, Firenze 1961
Vendita all'asta dell'importante raccolta di dipinti antichi, mobili, oggetti d'arte e di arredamento, argenterie e preziosi appartenenti alla Successione di Miss Rita Miriam Bellesi, catalogo della vendita all'asta Pandolfini (Firenze, 14-17 ottobre 1968)., Firenze 1968.
Sanvitale 2002
Francesco Sanvitale (a cura di), La romanza italiana da salotto, Torino 2002
Barreca 2006
Luca Barreca (a cura di), Matteo Marangoni. Carteggi (1909-1958), Palermo 2006
Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare presso la Fondazione Federico Zeri la tesi di laurea: Paola Bracke, L'antiquario Giuseppe Bellesi e il suo fondo fotografico all'interno della Fototeca Zeri, Università di Bologna, relatore A. Ottani Cavina, a.a. 2008-2009.