Dal 2019 è in corso la catalogazione della sezione più significativa della fototeca di Everett Fahy, costituita da oltre 13.000 fotografie dedicate alla pittura fiorentina del Quattrocento, che integrano la documentazione su questo periodo già presente nella fototeca di Zeri.

Da ottobre 2020, ogni settimana vengono pubblicate sul database online della Fondazione nuove immagini e materiali che attestano lo straordinario lavoro di ricerca dello studioso americano in questo ambito. 
Attraverso lo strumento di ricerca Esplora i fondi, è inoltre possibile accedere alla descrizione completa della raccolta e navigarne i contenuti anche per i nuclei non ancora catalogati.

Tra le risorse attualmente consultabili online (oltre 6.000 immagini) si segnalano:
500 fotografie che documentano la vasta produzione artistica di Alessandro Botticelli, oltre 1.100 relative alle opere degli altri grandi protagonisti della stagione pittorica fiorentina del XV secolo, come Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Lorenzo Monaco, Filippo Lippi, Paolo Uccello, Francesco Botticini e Piero di Cosimo.
Oltre a queste, ben 1.000 fototipi riguardano la ricca documentazione sui seguaci di Ghirlandaio: Bartolomeo di Giovanni, il Maestro di Apollo e Dafne, il Maestro dell’Epifania di Fiesole, il Maestro di Marradi, il Maestro del tondo Borghese, il Maestro del tondo Holden, il Maestro della Natività Johnson (Domenico di Zanobi), il Maestro della Madonna Naumburg, il Maestro di S. Lucia sul Prato, il Maestro dei pannelli Campana, il Maestro del tondo Lathrop (Michelangelo di Pietro Membrini), Biagio d’Antonio e Bastiano Mainardi, il cui catalogo è stato affrontato da Fahy all’interno del volume Some Followers of Domenico Ghirlandaio (1976). 

Il nucleo più cospicuo dell’archivio è costituito dalla documentazione su Domenico Ghirlandaio: oltre 1.500 fotografie già catalogate integralmente grazie al sostegno di Emanuela e Silvano Merlatti, attraverso il progetto MECENATI PER GHIRLANDAIO.

Molte foto della raccolta Fahy raffigurano dipinti, sculture e disegni non presenti nel catalogo della Fondazione; e anche nel caso di opere già documentate, le numerose annotazioni autografe dello studioso sui versi dei fototipi, che riportano  riferimenti bibliografici e indicazioni sulla storia attributiva e collezionistica, permettono di integrare le schede, aumentando notevolmente il potenziale informativo del database. 

Di fondamentale importanza per la catalogazione scientifica della Fototeca Fahy sono anche i documenti allegati alle foto. Non solo appunti, bozze di articoli e fotocopie, ma anche la corrispondenza con antiquari, collezionisti e storici dell’arte e, soprattutto, le famose 'liste' relative alla produzione di singoli artisti. Questi elenchi, redatti dallo studioso in più copie e costantemente aggiornati nel corso degli anni, vengono digitalizzati e descritti all'interno della scheda catalografica.

Lo studio delle liste e dell'ordinamento del fondo, e la comprensione del sistema dei rimandi interni tra buste e cartelle consente di ricostruire il pensiero di Everett Fahy rendendo il trattamento dei materiali un'operazione critica e interpretativa.

 

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