Il nucleo 'Guglielmo Matthiae' della Fototeca Zeri: fonti iconografiche per lo studio degli scambi tra Mediterraneo orientale ed Europa in epoca medievale

La ricerca

Nel 2022-2023 due assegni di ricerca, della durata di un anno ciascuno, banditi dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, sono stati vinti dai giovani studiosi  Antonino Tranchina e Martina Bordone per studiare il fondo Guglielmo Matthiae confluito nella Fototeca di Zeri.

Guglielmo Matthiae (1909-1977) è stato uno dei più importanti medievisti italiani. Laureatosi a Roma con Pietro Toesca, come Federico Zeri molti anni dopo, entra ben presto nell'amministrazione delle Belle Arti dove ricopre incarichi, prima presso la Soprintendenza ai Monumenti per il Lazio, poi presso quella de L'Aquila, diventando Soprintendente in Abruzzo dal 1958 al 1966. Nell'Università aquilana insegna per oltre vent'anni Storia dell'Arte Medievale e Moderna. Dal 1966 al 1974 è Soprintendente alle Gallerie di Roma.
Gli interessi scientifici di Matthiae si sono focalizzati principalmente sull'arte paleocristiana, bizantina e romanica e hanno riguardato soprattutto l'Abruzzo, Roma e il Lazio.
In tutte le sue ricerche, confluite in oltre 80 pubblicazioni, ha fatto un uso massiccio e strategico del materiale fotografico.  Non solo fotografie sciolte ma anche album e disegni, hanno danno vita ad un archivio confluito nella Fototeca Zeri, nei primi anni Novanta del Novecento. Come per altri fondi, esso è stato smembrato dallo stesso Federico Zeri nelle cartelle che compongono la sua fototeca personale.
La prima parte della ricerca ha quindi ricostruito l'entità e le caratteristiche originarie dell'archivio Matthiae, attraverso lo spoglio sistematico delle varie sezioni che compongono la Fototeca Zeri. Questo lavoro ha permesso di ripercorrere le traiettorie individuate da Matthiae nella trasmigrazione di contenuti e modelli tra est e ovest del Mediterraneo nel Medioevo. 
E' stato inoltre possibile approfondire il pensiero storico critico dello studioso circa la nascita e lo sviluppo dell’arte bizantina, e il suo ruolo nell’evoluzione dell’arte Europea.

I risultati di questa ricerca saranno presentati in occasione del corso di formazione Duecento. Contesti figurativi in Italia, tra Europa e Mediterraneo .

 

La catalogazione delle fotografie

Nel 2024 è stato rinnovato per un anno l'assegno di ricerca di Martina Bortone che si occuperà di catalogare alcuni materiali inediti dell'archivio Matthiae.
Si tratta di 1.100 fotografie che saranno valorizzate nel database online della Fondazione Zeri. 
Confluite in coda alla sezione Archeologia della Fototeca di Federico Zeri, documentano alcune tra le più rilevanti opere prodotte nel Mediterraneo orientale, dall'epoca tardoantica al XIV secolo. Sono icone, cicli parietali in pittura e mosaico. 

L'interesse di queste fotografie, spesso realizzate da fotografi poco documentati negli archivi italiani, come i greci Papahadjioakis o Lykides, non scaturisce solo dal legame a doppio filo con gli studi e le pubblicazioni di Guglielmo Matthiae, ma anche dal loro valore come strumento di ricerca per indagare rapporti e interazioni tra Europa e Mediterraneo orientale in epoca medievale.  

 

Martina Bordone (Ivrea, 1993) si è laureata nel 2018 presso l'Università degli Studi di Firenze, dove ha anche ottenuto il titolo di dottore di ricerca in Storia dell’Arte con una tesi sui libri di devozione individuale in Italia tra Due e Trecento. Durante il suo percorso magistrale, ha trascorso un periodo di formazione presso l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne e, in seguito, è stata a più riprese ospite della Bibliothèque Nationale de France (Département des Manuscrits e Bibliothèque de l’Arsenal). In aggiunta allo studio delle tipologie librarie destinate alla devozione individuale, si è occupata e ha scritto di scambi liturgici e iconografici tra Occidente e mondo orientale, di pittura e miniatura dal Due al Quattrocento nel centro-nord Italia, nonché del rapporto tra testo e immagine in codici miniati medievali e del primo Rinascimento.

Antonino Tranchina (Palermo, 1985) ha studiato Lettere moderne e Arti visive all’Università di Palermo e di Bologna. Nel 2015 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia dell’arte all’Università ‘La Sapienza’, con una tesi sulle testimonianze di cultura artistica provenienti dal monastero del Salvatore in lingua Phari a Messina, durante il XII secolo.
Ha dedicato le sue ricerche al monachesimo altomedievale del Sud Italia, come borsista e assistente scientifico alla Bibliotheca Hertziana-Istituto Max Planck per la Storia dell’arte in Roma, con cui tuttora collabora a numerosi progetti. È attualmente docente a contratto di Storia della miniatura all’Università di Udine.
Al centro del suo interesse è la veicolazione storiografica dei concetti di Medioevo e grecità, in particolare la fortuna della ‘questione bizantina’ nella moderna letteratura storico-artistica. L’approfondimento della figura di Guglielmo Matthiae e del suo contributo scientifico si inserisce in questo solco, con l’obiettivo di esplorare la rilevanza degli studiosi italiani di metà secolo nel campo della bizantinistica internazionale.

 

Gli assegni di ricerca sono stati finanziati dall' Associazione Amici di Federico Zeri, grazie a una donazione del collezionista Simonpietro Salini.

Bando assegno di ricerca