Due Assegni di Ricerca, della durata di un anno ciascuno, sono stati banditi dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna con un finanziamento dell'Associazione Amici di Federico Zeri, grazie a una donazione del collezionista Simonpietro Salini.
Gli Assegni, vinti dai giovani studiosi Martina Bordone e Antonino Tranchina, sono destinati a una ricerca su Il nucleo 'Guglielmo Matthiae' nella Fototeca Zeri. Fonti iconografiche per lo studio dell’evoluzione e della diffusione dell’arte bizantina.
Guglielmo Matthiae (1909-1977) è stato uno dei più importanti medievisti italiani. Laureatosi a Roma con Pietro Toesca, come Federico Zeri molti anni dopo, entra ben presto nell'amministrazione delle Belle Arti dove ricopre incarichi, prima presso la Soprintendenza ai Monumenti per il Lazio, poi presso quella de L'Aquila, diventando Soprintendente in Abruzzo dal 1958 al 1966. Nell'Università aquilana insegna per oltre vent'anni Storia dell'Arte Medievale e Moderna. Dal 1966 al 1974 è Soprintendente alle Gallerie di Roma.
Gli interessi scientifici di Matthiae si sono focalizzati principalmente sull'arte paleocristiana, bizantina e romanica e hanno riguardato soprattutto l'Abruzzo, Roma e il Lazio.
In tutte le sue ricerche, confluite in oltre 80 pubblicazioni, ha fatto un uso massiccio e strategico del materiale fotografico. Non solo fotografie sciolte ma anche album e disegni, hanno danno vita ad un archivio che, tramite Simonpietro Salini, ma in date e circostanze ancora in parte da chiarire, è confluito nella Fototeca Zeri. Come per altri fondi, esso è stato smembrato dallo stesso Federico Zeri nelle cartelle che compongono la sua fototeca personale.
Il progetto di ricerca (cfr. allegato) mira innanzitutto a ricostruire l'entità e le caratteristiche dell'archivio Matthiae confluito nella fototeca di Zeri, catalogare e valorizzare tutti i materiali e successivamente studiarli. Ripercorrendo le traiettorie individuate da Matthiae nella trasmigrazione di contenuti e modelli, sarà così possibile approfondire il pensiero storico critico dello studioso circa la nascita e lo sviluppo dell’arte bizantina, e il suo ruolo nell’evoluzione dell’arte Europea.
Entità del nucleo
Nel corso della catalogazione delle serie Pittura italiana e Scultura italiana della Fototeca Zeri sono state individuate 2.012 foto di sicura provenienza Matthiae, oggi richiamabili all'interno del catalogo online tramite questo link.
Nella sezione Architettura era originariamente presente un nucleo circoscritto riconducibile allo studioso: tre faldoni, contenenti 780 foto, che recavano sul dorso la scritta autografa di Federico Zeri "Fondo Matthiae". Nel corso di un intervento di riordino effettuato nel 2006 dalla Soprintendenza Archivistica di Bologna, queste fotografie sono state smembrate e accorpate alle altre foto di architettura secondo un ordinamento cronologico e topografico. Tramite la mappatura della Fototeca Zeri, effettuata all'atto della donazione, sarà possibile ricostruire questo nucleo.
Altre sezioni della Fototeca Zeri, riferite alle Arti decorative, all'Archeologia e, soprattutto, alla Miniatura, non sono state ancora scandagliate ma è probabile che anche qui vi siano materiali Matthiae. Sarà inoltre effettuata una ricerca all'interno della biblioteca Zeri, dove potrebbero trovarsi volumi della raccolta di Guglielmo Matthiae che ammontava originariamente a circa 5.000 elementi, tra fotografie, documenti e libri.
Martina Bordone (Ivrea, 1993) si è laureata nel 2018 presso l'Università degli Studi di Firenze, dove ha anche ottenuto il titolo di dottore di ricerca in Storia dell’Arte con una tesi sui libri di devozione individuale in Italia tra Due e Trecento. Durante il suo percorso magistrale, ha trascorso un periodo di formazione presso l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne e, in seguito, è stata a più riprese ospite della Bibliothèque Nationale de France (Département des Manuscrits e Bibliothèque de l’Arsenal). In aggiunta allo studio delle tipologie librarie destinate alla devozione individuale, si è occupata e ha scritto di scambi liturgici e iconografici tra Occidente e mondo orientale, di pittura e miniatura dal Due al Quattrocento nel centro-nord Italia, nonché del rapporto tra testo e immagine in codici miniati medievali e del primo Rinascimento.
Antonino Tranchina (Palermo, 1985) ha studiato Lettere moderne e Arti visive all’Università di Palermo e di Bologna. Nel 2015 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia dell’arte all’Università ‘La Sapienza’, con una tesi sulle testimonianze di cultura artistica provenienti dal monastero del Salvatore in lingua Phari a Messina, durante il XII secolo.
Ha dedicato le sue ricerche al monachesimo altomedievale del Sud Italia, come borsista e assistente scientifico alla Bibliotheca Hertziana-Istituto Max Planck per la Storia dell’arte in Roma, con cui tuttora collabora a numerosi progetti. È attualmente docente a contratto di Storia della miniatura all’Università di Udine.
Al centro del suo interesse è la veicolazione storiografica dei concetti di Medioevo e grecità, in particolare la fortuna della ‘questione bizantina’ nella moderna letteratura storico-artistica. L’approfondimento della figura di Guglielmo Matthiae e del suo contributo scientifico si inserisce in questo solco, con l’obiettivo di esplorare la rilevanza degli studiosi italiani di metà secolo nel campo della bizantinistica internazionale.