La Natura morta è un genere pittorico ‘difficile’, caratterizzato da una grande omogeneità, pur nella presenza di numerose varianti regionali, dall’alta percentuale di dipinti anonimi o di difficile attribuzione, e dalla notevole mobilità delle opere sul mercato. Questa complessità si riflette anche nel nucleo fotografico dell’archivio di Zeri. A differenza della seriePittura italiana, circa un quarto delle fotografie di Natura morta presenta un ordinamento appena abbozzato, senza indicazioni chiare su autori, scuole pittoriche, datazione. Inoltre, molte delle proposte attributive ricavate dal posizionamento delle foto nei fascicoli intestati ai singoli artisti, sono state aggiornate da studi recenti.
La catalogazione di questa sezione ha richiesto una modifica nelle norme di soggettazione e un adeguamento della scheda catalografica.
Per facilitare la ricerca e l'individuazione delle opere, in mancanza di dati certi su autori e collocazioni, è stata adottata una scheda che prevede una descrizione iconografica dettagliata dei singoli oggetti raffigurati nei dipinti. In particolare, fiori, frutta, ortaggi, pesci, selvaggina, suppellettili, vetri, elementi scultorei, strumenti musicali, soggetti privilegiati nelle opere di natura morta. L’elencazione di questi elementi offre chiavi di accesso per rintracciare le opere e permette ricerche iconografiche, legate allo studio della cultura materiale in epoca moderna.
La struttura del thesaurus da cui sono tratti i termini relativi ai soggetti consente ricerche incrociate e su diversi livelli e categorie.
Per garantire la scientificità dei dati, la Fondazione Federico Zeri ha coinvolto nel progetto di catalogazione docenti dell'Università di Bologna e specialisti di varie discipline quali iconografia musicale, botanica, storia dell'alimentazione, arti decorative.
I primi risultati del lavoro di identificazione e di analisi di alcune categorie di oggetti sono consultabili alle pagine Riconoscimento botanico e Strumenti e musiche dipinte.
L’identificazione degli elementi scultorei è stata condotta dalla studiosa Daniela Simone, nell’ambito di una ricerca condotta per il Premio Federico Zeri 2013.