Tre incontri con i direttori dei musei a cui Zeri ha donato opere della sua originalissima collezione: Accademia Carrara, Museo Poldi Pezzoli, Musei Vaticani.

«Non credo al bello ma all'opera d'arte come documento storico».
«... respingo l'appellativo di 'collezionista', che in nessun modo mi si addice. Per me gli oggetti d'arte tra i quali vivo sono una sorta di appendice ambientale, di arredamento, del mio mestiere di conoscitore e, talvolta, di storico dell'arte.
Tralasciando quel tipo spurio di raccoglitore (per me detestabile) che acquista per investimento, e con il quale non ho nulla in comune, colui che si dedica a formare un'autentica collezione lo fa seguendo uno schema ben preciso... Che si tratti di medaglie o francobolli, di insegne di Ordini, di uniformi, di incisioni o di pesi bizantini, il collezionista autentico si affida ai dettami di una solida letteratura, formata da cataloghi e da repertori. ...esiste un altro tipo di collezionista vero e proprio, colui che raccoglie opere d'arte figurativa incontrate casualmente sul mercato, e che vengono raccolte in vista della formazione di un insieme omogeneo... Anche in questo caso la scelta è in funzione di un disegno ben preciso, quello che, io non ho mai avuto presente. ...Non mi sono mai preoccupato delle attribuzioni tutt'al contrario: molti pezzi hanno ricevuto un battesimo quando già da anni e anni li vedevo ogni giorno, quali problemi storico artistici».

Se per alcuni grandi conoscitori, come Roberto Longhi, la collezione rispecchia con fedeltà l'ambito di studio, non è così per lo straordinario ed eterogeneo insieme di oggetti riuniti da Zeri nell'arco di oltre cinquant'anni.
Praticamente nessun fondo oro e poche opere del Quattro e Cinquecento, abbondano invece
tele barocche, dipinti di scuole e artisti stranieri, ma soprattutto sculture (tra queste, il nucleo di 46 opere donate all'Accademia Carrara), pezzi di archeologia (tra cui la raccolta di 400 lapidi romane tutt'ora nella sua villa di Mentana e i 10 rilievi funerari palmireni donati ai Musei Vaticani), arazzi, tappeti antichi, argenti bizantini.
Un insieme che conferma la sua curiosità e la sua conoscenza sterminata, a tutto campo, di culture anche lontane, e che completa la percezione che abbiamo di Federico Zeri storico dell'arte quale si ricava dai suoi scritti scientifici.
Al tempo stesso, le scelte originali e controcorrente nella sua raccolta di dipinti rivelano in modo evidente lo studio e l'interesse di Zeri per artisti antiaccademici e personalità eccentriche della storia dell'arte italiana.
Più che una collezione da mostrare, quella che Federico Zeri allestisce nella sua villa di Mentana è un'officina, un laboratorio dove sperimentare ogni giorno il suo impareggiabile occhio di conoscitore.


Programma
Bologna | Fondazione Federico Zeri

Giovedì 7 ottobre, 17.30
M. Cristina Rodeschini e Paolo Plebani
FEDERICO ZERI E L'ACCADEMIA CARRARA

Giovedì 21 ottobre, 17.30
Barbara Jatta
FEDERICO ZERI E I MUSEI VATICANI

Giovedì 18 novembre, 17.30
Annalisa Zanni e Andrea Di Lorenzo
FEDERICO ZERI E IL MUSEO POLDI PEZZOLI

 

Gli incontri si svolgono solo in presenza.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Per accedere alla struttura è necessario il green pass.

Fondazione Federico Zeri
Piazzetta G. Morandi 2
40125 Bologna