In occasione del Centenario della nascita di Federico Zeri (1921-1998) la Fondazione ha in programma una serie di eventi per ricordare e valorizzare la sua eredità scientifica e intellettuale. Iniziative che si uniscono alla prosecuzione dell’immenso lavoro di catalogazione che in questi anni ha progressivamente reso disponibile online il lascito, incrementato con nuove raccolte.
Un’eredità che desideriamo condividere soprattutto con le generazioni più giovani di studenti e studiosi e con tutti coloro che si occupano di conservazione e tutela del patrimonio artistico.
Alcuni eventi saranno organizzati insieme a istituzioni legate al nome di Zeri come l’Accademia Carrara di Bergamo, il Museo Poldi Pezzoli di Milano e i Musei Vaticani.
Il Ministero della Cultura ha istituito un Comitato Nazionale per le celebrazioni a sostegno di queste iniziative.
Con testamento datato 29 settembre 1998 Federico Zeri lega all'Università di Bologna la biblioteca d'arte (46.000 volumi, 37.000 cataloghi d'asta), la fototeca (290.00 fotografie) e la sua villa di Mentana con la collezione di quasi 400 epigrafi romane. Alla base di tale scelta vi è il rapporto di stima e fiducia reciproca cresciuto negli anni tra Federico Zeri, la studiosa Anna Ottani Cavina (direttrice fino al 2013) e l'Università di Bologna, testimoniato dal conferimento della laurea ad honorem in Storia dell'arte il 6 febbraio 1998.
Nel 1999 l’Ateneo bolognese istituisce la Fondazione Federico Zeri con lo scopo di tutelare e divulgare l’opera e la figura dello studioso.
Oggi è un centro di ricerca e formazione specialistica nel campo della storia dell’arte riconosciuto a livello internazionale.
“Senza essere buoni conoscitori non si è nemmeno storici dell’arte”
Federico Zeri è stato uno dei più grandi conoscitori e storici dell’arte del Novecento.
Allievo di Pietro Toesca e di Roberto Longhi. Spirito libero, come amava definirsi, ma rigorosissimo, dotato di una memoria visiva prodigiosa e di un ‘occhio’ infallibile.
Ha lasciato nei suoi scritti un patrimonio di conoscenze, ricerche, attribuzioni ancora oggi punto di riferimento imprescindibile per chi studia la storia dell’arte italiana, specialmente per alcuni ambiti come la pittura dal Duecento al Cinquecento in Lazio, nell’Umbria e nelle Marche.
Studioso indipendente, in eterno conflitto con le istituzioni italiane, la sua straordinaria conoscenza del patrimonio artistico, la sua serietà intellettuale ne fanno una delle personalità più originali e brillanti nel mondo della storia dell’arte.
“La mia posizione è libera, non conformista, non legata al potere politico, e non vincolata da intrighi burocratici o universitari”.
“Il più grande archivio privato al mondo sulla pittura italiana”
Strumento di lavoro quotidiano per lo studio e l'analisi filologica delle opere era per Zeri la sua incomparabile Fototeca, formata nel corso di una vita.
Oggi è patrimonio di tutti, accessibile attraverso un catalogo online considerato il più vasto e affidabile repertorio sull'arte italiana presente nel web. Attualmente sono online oltre 180.000 immagini di opere di pittura e di scultura, in continuo incremento, provenienti anche da altri fondi fotografici della Fondazione.
“Ogni tanto qualcuno mi interroga sul mio metodo: ma è una domanda che resta senza risposta. Tutt'al più posso descrivere i vari momenti e i vari capitoli della strada seguita. Comincio a guardare ripetutamente le innumerevoli fotografie che mi vengono recapitate, esaminandole dapprima nell'insieme e poi, con una lente, nei dettagli”.
“Non riesco a leggere correttamente le fotografie a colori dove ogni dato è affogato in una sorta di minestrone; le riproduzioni a colori impediscono di isolare le forme, di analizzare lo stato di conservazione della superficie, che è la prima cosa che faccio”.
“Ogni giorno mi porta il suo carico di fotografie o di quadri. Debbo confessare che più vado avanti negli anni e più si accumulano questi documenti, più viva diviene la percezione della mia ignoranza, delle zone immense che restano da scoprire”.
Le battaglie per la tutela
L’impegno a difesa del patrimonio italiano, la passione civile che Zeri ha riversato nei suoi innumerevoli interventi sulla stampa e in televisione (Federico Zeri in televisione 1974-1997), costituiscono un capitolo fondamentale della sua vicenda intellettuale. La sua profonda coscienza civica lo spinge a segnalare scandali antichi e recenti e a indicare l’urgenza di interventi di tutela e di restauro, fino a imporsi come coscienza critica del nostro paese.
La sua straordinaria raccolta di fotografie si è rivelata uno strumento cruciale per ricomporre contesti artistici, anche marginali, altrimenti irrecuperabili.
Nel 1993 Zeri è nominato vicepresidente del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali.
La sua lotta quotidiana e tenace a difesa del territorio, rimane ancora oggi un monito vivo, parte essenziale della nostra identità culturale.
“Tra i tanti paradossi italiani c’è quello che noi abbiamo il più ricco patrimonio artistico del mondo occidentale affidato alla più inetta amministrazione pubblica del mondo occidentale”.
“Ho sempre pensato che una razionale valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico…potrebbe costituire una assai importante risorsa economica. L’ho pensato a lungo. Oggi credo sia troppo tardi. Il paesaggio italiano è in gran parte devastato e sfregiato irrimediabilmente. Quanto al patrimonio artistico, sono molto scettico circa la sua sopravvivenza, moltissime cose sono destinate a sparire rapidamente, sia per l’inettitudine burocratica, sia per cattivo uso, sia per ignoranza e indifferenza. Non credo che da sola l’Italia sia oramai in grado di correre ai ripari …”.
Per la biografia completa
A questo link: Federico Zeri
Dizionario Biografico degli Italiani: Federico Zeri, voce a cura di Mauro Natale