Il progetto dedicato all’Archivio Croci è promosso dalla Fondazione Federico Zeri in collaborazione con la Biblioteca delle Arti dell’Università di Bologna e prevede la messa in sicurezza, digitalizzazione e schedatura delle 4.196 lastre dell'archivio appartenuto al fotografo Felice Croci (1880-1934).
L'obiettivo scientifico è quello di ricostruire, attraverso il trattamento e lo studio di questi materiali, il metodo di lavoro del fotografo, la successione cronologica delle sue campagne, i criteri di scelta dei soggetti, le diverse destinazioni delle lastre, il rapporto con la committenza.
L'Archivio Croci è un importante documento per la storia della fotografia a Bologna e uno fra i rari archivi storici appartenuti a fotografi specializzati nella documentazione del patrimonio artistico che tutt’oggi conserva integra la struttura originaria.
Fu acquistato dall'Ateneo nel 1953. Rodolfo Pallucchini, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università, nel 1950 l’aveva definito: «la principale fonte di materiale fotografico per tutto il settore dell’arte emiliana e delle opere d’arte esistenti in Emilia…».
Le fotografie, realizzate tra il primo decennio del Novecento e il 1934, testimoniano lo stato del patrimonio artistico e monumentale bolognese prima delle distruzioni della guerra e dei restauri che seguirono. La maggioranza di esse non sono presenti nelle analoghe collezioni dei fotografi Alinari, Anderson, Brogi.
Molte lastre presentano pratiche di ritocco effettuate per armonizzare i toni del negativo, scontornare i soggetti o regolare i contrasti. La raccolta documenta quindi non solo le opere rappresentate ma anche le tecniche fotografiche adottate per migliorare la fedeltà delle immagini, in un’epoca in cui una ‘riproduzione meccanica’ coerente della realtà richiedeva ancora un grosso intervento manuale.
Il fondo è composto da materiali di tipologia diversa, per un totale di 5.521 fototipi. Il nucleo più significativo è costituito da 4.196 negativi su vetro (lastre di varie dimensioni). Sono presenti inoltre 1.301 positivi, applicati su cartoncini di supporto e conservati in due schedari metallici. Si tratta di stampe alla gelatina ai sali d’argento realizzate direttamente dalle lastre Croci 21x27 dalla ditta bolognese Fotofast nel 1958 per l’Istituto di Storia dell’Arte.
Le lastre di formato 21x27 cm rappresentano il nucleo più significativo. Esse derivano dalle commissioni di eminenti storici dell’arte, tra cui Igino Benvenuto Supino, Adolfo Venturi, ma anche Heinrich Boedmer che nel 1925, direttore del Kunsthistorisches Institut di Firenze, commissionò a Croci una campagna sulla decorazione delle dimore del Cinque e Seicento a Bologna.
Nell’archivio sono conservati inoltre alcuni cataloghi, ordinati per autore o per luogo, funzionali alla gestione delle lastre e delle richieste dei clienti.
LA VALORIZZAZIONE
Grazie alle numerose informazioni sull’Archivio Croci in nostro possesso, è stato possibile fin dall’inizio compilare la Scheda Fondo Fotografico, consultabile nel catalogo online ESPLORA I FONDI. La scheda FF fornisce informazioni dettagliate sulle caratteristiche e la consistenza dell'archivio e costituisce il punto di partenza per la catalogazione dei singoli fototipi.
Le schede F prodotte sono pubblicate all’interno del database della Fondazione Zeri, che di fatto costituisce il catalogo integrato delle fototeche d’arte dell’Università di Bologna, arricchito anche dai materiali della Fototeca Supino.
Vedi le schede dell'Archivio Croci online: https://bit.ly/3yoYu4q